09 Mag Stanchezza e metabolismo lento: quando il corpo non ha più energia per dimagrire
Vi è mai capitato di svegliarvi stanchi anche se avete dormito 8 ore? Magari con mente annebbiata, poca energia durante il giorno e la sensazione che il corpo non risponda come dovrebbe?
Se a questo aggiungiamo anche la difficoltà a perdere peso, probabilmente qualcosa a livello profondo sta rallentando il nostro metabolismo.
Spesso il senso di affaticamento e lo stallo nel dimagrimento vengono affrontati separatamente, come se non avessero nulla a che fare l’uno con l’altro; in realtà, questi due segnali sono strettamente correlati e raccontano una verità semplice ma scomoda: un corpo stanco non può dimagrire bene.
Quando le energie sono basse, infatti, l’organismo entra in modalità risparmio e tutto rallenta: la lucidità mentale, il tono muscolare, la digestione, la termogenesi. È il suo modo naturale per proteggersi.
Per comprendere davvero questo legame, dobbiamo partire da una prospettiva più ampia: il nostro corpo non lavora a compartimenti stagni, ma come un sistema perfettamente integrato e bilanciato. Quando le cellule non riescono a produrre energia in modo efficiente, ogni funzione biologica ne risente: dalla sintesi ormonale alla regolazione del sonno, dall’attività mitocondriale al controllo della fame.
Uno dei punti centrali è proprio la funzione mitocondriale, ovvero la capacità delle cellule di trasformare ciò che mangiamo in energia (ATP). Quando questo processo rallenta, a causa di stress ossidativo, infiammazione cronica di basso grado o carenze nutrizionali, si accumula fatica, si abbassa la capacità di recupero e il nostro metabolismo si blocca.
Un bellissimo studio, pubblicato su The Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism, ha evidenziato come la disfunzione mitocondriale sia fortemente associata a una ridotta capacità di ossidare i grassi, con conseguente accumulo di massa grassa e aumento della fatica percepita (anche a riposo).
Quando ci sentiamo stanchi, spesso pensiamo di dover spingere di più: più allenamenti, meno cibo, più forza di volontà; ma la verità è che un corpo già in riserva energetica non può permettersi di accelerare e ha bisogno, prima di tutto, di essere riequilibrato.
A tal proposito, una ricerca pubblicata su Nutrients, ha approfondito il legame tra infiammazione subclinica e alterazione del metabolismo energetico: nei soggetti con marcatori infiammatori lievemente elevati (ma non patologici), è stata osservata una minore disponibilità di energia a livello cellulare, oltre ad alterazioni del profilo tiroideo e a maggiore resistenza alla perdita di peso.
Uno degli errori più comuni in chi cerca di dimagrire, è quello di tagliare troppo le calorie, o di seguire piani alimentari eccessivamente restrittivi e monotoni: questo porta a carenze subcliniche di micronutrienti fondamentali per la produzione di energia, come il ferro, la vitamina B12, il magnesio e la carnitina.
Per sostenere il metabolismo in maniera intelligente, è necessario privilegiare alimenti ad alta densità nutrizionale, capaci di fornire energia pulita senza sovraccaricare l’organismo. Parliamo di verdure amare (che aiutano il fegato e i reni nei processi di detossificazione), proteine di qualità, legumi, frutta secca e cereali integrali.
Anche il microbiota gioca un ruolo importante: se l’intestino è infiammato, o disbiotico, i nutrienti vengono assorbiti male e la risposta infiammatoria peggiora la fatica. In questi casi, è utile intervenire con alimenti prebiotici e, se necessario, con specifici ceppi probiotici.
In alcuni momenti, l’alimentazione può non bastare: è qui che entra in gioco l’abilità del nutrizionista che potrà consigliarci una supplementazione intelligente, guidata da analisi mirate.
Ad esempio, integratori a base di coenzima Q10 (coinvolto nella produzione di ATP), carnitina (che facilita l’utilizzo dei grassi a scopo energetico), tirosina (precursore della dopamina, utile in caso di fatica mentale) o vitamina D (spesso carente nei soggetti affetti da stanchezza cronica).
Anche il magnesio e le vitamine del gruppo B possono risultare essenziali per sostenere i mitocondri e riequilibrare il sistema nervoso autonomo. Ogni integrazione, però, deve essere sempre personalizzata e costruita su base individuale, evitate sempre il fai da te.
Nel Metodo Colombo, il primo obiettivo non è mai quello di forzare il dimagrimento; al contrario, ci si ferma per capire. Se una persona arriva riferendo stanchezza cronica e difficoltà a perdere peso, andremo a valutare i principali parametri energetici e infiammatori, oltre allo stato del microbiota e alle risposte glicemiche individuali.
Solo dopo questa attenta valutazione si potrà costruire un piano alimentare che non punti alla privazione, ma alla ricostruzione. Si lavorerà per fornire ciò che manca, per alleggerire il carico infiammatorio e restituire al corpo una giusta sensazione di benessere. Quando il nostro organismo si sentirà supportato, smetterà di trattenere, di rallentare e sabotarsi e il peso in eccesso inizierà a scendere, in modo graduale e sostenibile nel lungo termine.
Se ti riconosci in queste condizioni, sappi che esistono soluzioni concrete, personalizzate e soprattutto efficaci. Il primo passo è sempre iniziare da un percorso costruito su misura per te.
Prenota il tuo primo consulto cliccando sul pulsante verde qui sotto. Ti aspetto nei miei Studi in Svizzera, a Lugano, Pontresina e Zurigo oppure, se preferisci, anche online.