La chiave per prevenire l’emicrania: l’arma segreta è nel tuo piatto!

Ti è mai capitato di avere mal di testa?

Sono sicuro che, almeno una volta nella vita, tu abbia provato questo fastidio… ma sai che potrebbe esserci uno stretto legame tra ciò che mangi e questa sofferenza?

Oggi parleremo proprio di questo: alcuni cibi, infatti, possono scatenare un vero e proprio attacco di mal di testa nei soggetti predisposti. Un esempio? Formaggi stagionati, frutta secca, cioccolato o alcolici… ma andiamo con ordine.

Cosa succede esattamente quando il “mal di testa” si fa sentire?

In questi casi, ci troviamo di fronte ad un nemico chiamato emicrania, una delle forme più comuni e diffuse di questo disturbo: un’esperienza debilitante caratterizzata da un dolore pulsante localizzato sulla nuca, sulla fronte o ai lati della testa, che porta con sé anche sintomi indesiderati come sensazione di nausea, confusione, spossatezza, vomito o forte sensibilità alla luce ed al rumore.

Pensate che può durare da pochi minuti fino a diversi giorni interi.

Proviamo ad immaginarlo così, come un invasore che si “impossessa” della parte anteriore, o laterale, della nostra testa, espandendosi rapidamente alla fronte ed alle tempie.

Solitamente, prima che il nemico “attacchi”, ci sono segnali premonitori come lampi di luce (chiamati anche scotomi scintillanti), formicolii alle gambe o alle braccia, visione offuscata, collo irrigidito e, nei casi più gravi, addirittura difficoltà a parlare o a muoversi.

Questi disturbi possono anche cronicizzarsi, specialmente quando si manifestano per più di 15 giorni al mese… una situazione da non sottovalutare in alcun modo.

Secondo la ricerca scientifica, le donne sono più colpite da questa patologia, con una maggiore incidenza in età adulta.

Ma allora, cosa possiamo fare per prevenirla?

Il prossimo boccone potrebbe essere la nostra arma segreta: l’emicrania, infatti, nasconde un intricato meccanismo fisiopatogenico in cui un piccolo peptide, correlato alla calcitonina, gioca un ruolo cruciale in quanto responsabile della dilatazione dei vasi sanguigni e della modulazione del segnale del dolore nel sistema nervoso.

Vari studi hanno dimostrato che raggiunge livelli significativi durante gli attacchi di mal di testa: in questi casi, predisposizione genetica, squilibri ormonali, fattori ambientali e patologie sistemiche giocano un ruolo fondamentale poiché le alterazioni biochimiche a livello cerebrale interferiscono con la trasmissione dei segnali nervosi.

Stress, disturbi del sonno, cambiamenti climatici, uso eccessivo di computer e telefoni cellulari, problemi fisici e fattori ereditari sono solo alcune delle variabili che possono essere correlate all’emicrania.

Oltre a queste, l’alimentazione stessa può influire in modo significativo sull’insorgenza di questo disturbo: analizziamo, insieme, quali cibi evitare e quali invece possono aiutarci a prevenire un attacco di emicrania.

Se siamo predisposti a questa patologia, dovremmo cercare di evitare alimenti ad alta concentrazione di istamina e tiramina, come il cioccolato (in particolare modo se consumato alla sera poiché può disturbare il sonno, principale nemico del mal di testa). Limitiamo alcolici e superalcolici, carni rosse ed insaccati (a causa di nitriti e nitrati), patatine fritte (e in generale tutti gli alimenti fritti), dadi per brodo, cibo orientale contenente glutammato monosodico, frutta secca e formaggi stagionati.

Anche la quantità del cibo ingerito è fondamentale, poiché spesso il mal di testa è scatenato da una digestione difficile.

Dobbiamo, invece, privilegiare cibi amici del nostro sistema nervoso, come frutta e verdura fresca di stagione, da consumare sia cruda che cotta al vapore, bollita o al forno.

La carenza di vitamine e minerali complessi, in particolare ferro e magnesio, vitamina C e vitamina D, può essere correlata agli attacchi di emicrania. Durante l’estate, l’esposizione al sole riduce l’infiammazione associata a questo disturbo ma, in autunno e inverno, possono verificarsi anche disturbi come la sinusite, che causa congestione dei seni paranasali.

Prender cura della qualità del sonno è un paletto importantissimo nella prevenzione dell’emicrania: un riposo notturno rigenerante, unito ad un’attività fisica moderata e regolare, sono fondamentali per tenere a bada questa fastidiosa e spesso invalidante patologia.

Dobbiamo prestare attenzione anche all’abuso di farmaci antidolorifici (che spesso contengono caffeina) e assicurarci di bere molta acqua (o anche tisane, infusi e bevande analcoliche non gassate e non dolcificate), poiché la disidratazione può scatenare attacchi improvvisi.

Esistono anche altre due forme comuni di cefalea primaria, che si uniscono all’emicrania di cui abbiamo parlato: la cefalea muscolo-tensiva e la cefalea a grappolo.

La cefalea muscolo-tensiva dipende principalmente dalla tensione e dalla contrazione dei muscoli del capo e del collo. È spesso correlata a depressione, stress, ansia o postura scorretta, e si manifesta soprattutto nella parte posteriore del cranio.

La cefalea a grappolo è probabilmente causata da un malfunzionamento dell’ipotalamo, il regolatore dell’orologio biologico del nostro corpo. La regolarità con cui si verificano le crisi durante le 24 ore e la loro ricorrenza a grappoli, con un ritmo piuttosto preciso, suggeriscono questa spiegazione.

Anche per queste forme di cefalea, è consigliabile seguire la stessa dieta prevista per l’emicrania, andando poi ad agire sugli altri fattori scatenanti come i disturbi psicologici e quelli muscolo-posturali.

Se soffrite spesso di mal di testa e volete ottenerne sollievo attraverso una corretta alimentazione, affidatevi sempre a un nutrizionista esperto, evitando il fai da te.

Se volete accedere ad un percorso di coaching nutrizionale per migliorare l’emicrania, potete richiedere un colloquio telefonico conoscitivo. Vi basterà cliccare su questo link.

 Scegliete un benessere consapevole, vi aspetto!


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