Voglia irrefrenabile (ed incontrollabile) di dolci: e se fosse candida?

La candida intestinale è un’infezione fungina del nostro intestino, scatenata da un fungo del genere Candida. Normalmente, questo organismo vive a contatto con la mucosa intestinale senza causare danni tuttavia, in determinate situazioni, può trasformarsi in patogeno iniziando un processo di moltiplicazione incontrollata che può portare alla comparsa di infezioni.

Normalmente, questo si verifica quando la presenza di altre patologie, particolari cure farmacologiche o prolungati periodi di forte stress determinano un indebolimento del sistema immunitario.

I sintomi più comuni sono da ricercare in meteorismo, alternanza di stipsi e diarrea, dolori addominali, difficoltà digestive o sensazione di malessere generalizzato ma, quello che in pochi sanno, è che la candida può causare gonfiore addominale, dolore o crampi intestinali e voglia irrefrenabile di dolci: questo avviene perché il fungo cerca continuamente nutrimento per svilupparsi e lo trova nei glucidi.

Questa continua necessità di ingerire zuccheri, inoltre, non può far altro che farci accumulare peso, compromettendo tutti gli sforzi fatti per rimanere in forma e mettendo a repentaglio la nostra salute.

Chi ha sofferto di questo disturbo, conosce bene quanto sia difficile resistere alla tentazione di mangiare cibi dolci e quanto sia difficile debellare definitivamente il problema che ha un alto tasso di recidività, specialmente quando non si va a modificare radicalmente la nostra alimentazione che contribuisce in modo attivo sia alla lotta che alla proliferazione del fungo.

Un’alimentazione ricca di cibi raffinati, zuccheri, bevande alcoliche o zuccherate ed alimenti lievitati può favorire o scatenare la candidosi: per questo un adeguamento della dieta abbinata ad un miglioramento dello stile di vita sono le migliori armi che abbiamo a disposizione per mantenere il nostro organismo perfettamente funzionante.

Partiamo dalla tavola, dove dobbiamo assolutamente eliminare lo zucchero. Non parlo solo di quello bianco ma proprio di tutte le fonti di glucidi e carboidrati complessi: eliminiamo dolci e cereali raffinati che contengono zuccheri complessi sotto forma di amidi (ad esempio riso, pasta e pane bianchi); allo stesso modo pizza e prodotti da forno che, oltre agli zuccheri, contengono anche lieviti, e frutta.

Possiamo sostituirli con verdure fresche o pseudo cereali come quinoa o amaranto, o ancora cereali integrali, ma dobbiamo assolutamente evitare il fai da te: è molto facile sbagliare e non riuscire a debellare completamente il problema.

Alcol (in particolar modo la birra) e tabagismo devono essere fortemente limitati o, meglio ancora, eliminati durante il periodo di trattamento.

Un altro aspetto molto importante da tenere sotto controllo è la salute del nostro intestino, in particolar modo della sua flora batterica che deve vivere in una condizione di perfetta eubiosi.

Un’alterata composizione, infatti, può abbassare le difese immunitarie e rendere più facile il proliferare dell’infezione fungina, in particolar modo durante condizioni di forte stress o di utilizzo di antibiotici come dicevo poco fa: per questo, l’approccio terapeutico deve sempre valutarne la composizione ed eventualmente integrare tramite specifici probiotici e prebiotici.

La ricerca scientifica, negli ultimi anni, ha dimostrato l’importanza dei probiotici nella prevenzione della candidosi: nello specifico dello Streptococcus thermophilus e del Lactobacillus plantarum, due specie che competono con i microorganismi patogeni impedendone la crescita.

Per quanto riguarda i prebiotici, invece, possiamo considerare i frutto-oligosaccaridi (FOS) che si sono dimostrati tra i più efficaci e possono essere trovati anche in asparagi, cipolle e porri.

Per poter valutare la composizione della nostra flora batterica, consiglio di effettuare un’analisi del microbiota intestinale: un esame non invasivo, basato sulla coprocoltura, che permette di mappare la composizione esatta della popolazione intestinale, identificando eventuale presenza di candida e di permeabilità intestinale.

Inoltre, questa analisi è un validissimo strumento preventivo dato che segnala un’eventuale presenza di permeabilità intestinale, una condizione che può portare all’insorgenza di malattie degenerative ed autoimmuni (anche gravi).

Se vi sentite spesso gonfi e, nonostante questo, continuate ad avere un forte desiderio di zuccheri, potreste soffrire di candidosi intestinale, pertanto è bene confrontarsi con il vostro nutrizionista di fiducia per una corretta diagnosi ed un corretto approccio terapeutico.

Non smetterò mai di dire quanto sia importante, se non fondamentale, evitare il fai da te in questi casi perché c’è il rischio che l’infezione, se trascurata o mal curata, possa diventare acuta e grave, con i conseguenti danni del caso.

Se volete maggiori informazioni sull’analisi del microbioma intestinale o se volete parlarne di persona, potete prenotare un primo consulto gratuito cliccando qui.

 


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