18 Apr Gonfiore, stanchezza, malassorbimento? Riparti dall’intestino.
Vi è mai capitato di sentirvi gonfi anche quando mangiate bene? È più frequente di quanto possiate pensare: ci si mette d’impegno, si inizia a mangiare sano, si riducono zuccheri e farine raffinate, si cerca di variare l’alimentazione… eppure, il gonfiore non passa, la pancia resta tesa e ci si trova a chiedersi… ma se mangio così bene, perché sto ancora così?
La risposta potrebbe essere da ricercare in un nemico subdolo e silenzioso, la permeabilità intestinale, un disturbo poco conosciuto ma molto diffuso, in particolare in chi ha uno stile di vita frenetico, ha sofferto di stress prolungato o ha seguito diete squilibrate per troppo tempo.
L’intestino, come vi ho spesso spiegato, non è solo deputato alla digestione, ma una struttura altamente specializzata che svolge un ruolo chiave nella regolazione dell’equilibrio immunitario e metabolico. La sua mucosa rappresenta una barriera selettiva estremamente sofisticata: lascia passare nutrienti, vitamine e molecole utili e, al tempo stesso, impedisce l’ingresso a potenziali agenti dannosi.
Quando questa funzione di “filtro” si altera, la barriera va a perdere la sua integrità, le giunzioni che uniscono le cellule epiteliali si allentano e lo spazio tra una cellula e l’altra si apre in modo anomalo. È proprio in questo momento che le sostanze normalmente trattenute (come frammenti proteici, endotossine batteriche e molecole proinfiammatorie) riescono ad attraversare la parete intestinale, raggiungendo il circolo sistemico.
Questa è proprio la spiegazione della permeabilità intestinale (o “leaky gut”), una condizione che può avviare una risposta immunitaria fuori controllo, contribuendo all’instaurarsi di uno stato infiammatorio cronico (spesso silente) ma capace di interferire con numerose funzioni del nostro organismo.
Uno studio, pubblicato su Frontiers in Immunology, ha proprio evidenziato come la disfunzione della barriera intestinale sia coinvolta non solo in disturbi gastrointestinali (come la sindrome dell’intestino irritabile) ma anche in patologie autoimmuni, obesità e malattie infiammatorie croniche.
Uno dei primi segnali di un intestino troppo permeabile è proprio il gonfiore addominale, spesso accompagnato da meteorismo, digestione lenta o irregolarità intestinale.
Molte persone con permeabilità riferiscono anche stanchezza cronica, brain fog (quella sensazione di mente annebbiata), dolori muscolari diffusi, irritabilità, difficoltà di concentrazione e persino alterazioni cutanee come dermatiti o acne. Tutti sintomi che apparentemente sembrano scollegati tra loro… ma che possono avere un’origine comune: un intestino che non fa più bene il suo lavoro.
In uno studio pubblicato su Nutrients, si è visto come l’aumento della permeabilità intestinale sia associato a un’infiammazione sistemica di basso grado, ovvero un’infiammazione cronica (spesso silente) che nel tempo può contribuire allo sviluppo di disfunzioni metaboliche, intolleranze alimentari, alterazioni dell’umore e resistenza insulinica.
Non si dovrebbe mai arrivare a condizioni invalidanti prima di intervenire… anzi, quando i sintomi sembrano blandi o aspecifici, è il momento giusto per prendersi cura del proprio intestino.
Ma perché la barriera intestinale si danneggia?
Le cause possono essere molte e spesso si combinano tra loro. Tra le più frequenti troviamo sicuramente stress cronico (che va ad alterare il microbiota e riduce la produzione di muco protettivo), diete sbilanciate (povere di fibre o troppo ricche di alimenti processati, bevande alcoliche e zuccheri raffinati), abuso di farmaci (come antibiotici, FANS o inibitori di pompa protonica), infezioni intestinali e disbiosi.
La notizia positiva è che possiamo sia prevenire tutto questo, che riparare eventuali danni, ma servono tempo, costanza e un approccio personalizzato.
In primo luogo, è fondamentale agire sull’alimentazione: non basta mangiare sano in senso generico, bisogna nutrire l’intestino privilegiando cibi che aiutano a ricostruire la mucosa e a sostenere il benessere del nostro microbiota intestinale.
Possiamo inserire alimenti ricchi di polifenoli come mirtilli, melagrana, tè verde e curcuma, aumentare l’apporto di fibre solubili come quelle contenute nelle carote e nello psillio che formano un gel protettivo per le pareti intestinali e favoriscono la produzione di acidi grassi benefici come il butirrato.
Oltre a questo, possiamo scegliere grassi buoni come gli Omega-3 che troviamo in olio extra vergine di oliva, avocado, semi oleosi e pesce azzurro, utili per ridurre l’infiammazione sistemica, e limitare tutto ciò che ha un’azione potenzialmente irritante.
Anche una supplementazione mirata può dare una grande mano: in alcuni casi (ma sempre e solo sotto la guida di un bravo nutrizionista) può essere utile integrare glutammina, zinco, vitamina D, probiotici specifici e fermenti lattici selezionati.
Nel Metodo Colombo, la salute dell’intestino è uno dei pilastri fondamentali, non solo per chi soffre di problemi digestivi ma anche per chi vuole perdere peso in modo sano, recuperare energia, migliorare la qualità del sonno o gestire infiammazioni croniche.
L’obiettivo è sempre aiutare l’organismo a ritrovare il proprio equilibrio, partendo proprio dall’organo che più di tutti ci mette in contatto con il mondo esterno.
Non ignorare segnali che sembrano piccoli fastidi: con il tempo, possono diventare dei veri e propri ostacoli per il benessere. Un check-up mirato può aiutarti a capire cosa non sta funzionando e cosa puoi fare per tornare a sentirti bene, dentro e fuori. Puoi prenotarlo cliccando sul pulsante verde qui sotto.