11 Lug Perché il nostro corpo non “perdona” più gli sgarri?
C’è un preciso momento, nelle nostre vite, in cui ognuno di noi inizia a percepire chiaramente che qualcosa è cambiato: ad esempio cose che prima erano del tutto normali, come una cena più ricca del solito o uno sgarro particolare, ora lasciano strascichi evidenti con sensazioni come gonfiore, senso di pesantezza, stanchezza insolita e difficoltà a tenere sotto controllo il peso.
Dopo i 50 anni, infatti, si inizia a notare come il nostro corpo vada a rispondere in modo diverso: quello che un tempo veniva “digerito” non solo dallo stomaco, ma anche dal nostro metabolismo e dal nostro sistema ormonale, oggi sembra innescare conseguenze durature e visibili.
Ma è solo un rallentamento fisiologico legato all’età o c’è dell’altro?
Con l’avanzare degli anni, alcuni processi fisiologici rallentano, e questo ci è ben noto. La composizione corporea cambia, si riduce la massa muscolare (a meno che non venga mantenuta con allenamento costante), aumenta la percentuale di grasso, in particolar modo quella viscerale, il metabolismo basale tende a rallentare e le risposte ormonali diventano meno efficienti.
Anche la resilienza metabolica si riduce, ovvero il nostro corpo ha più difficoltà a tornare rapidamente al suo equilibrio dopo uno sgarro. Se prima bastava una giornata leggera o un po’ di attività fisica per recuperare, dopo i 50 anni questo processo diventa sempre più lento e meno lineare.
Un interessante studio, pubblicato sul Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism, ha evidenziato proprio come, con l’avanzare dell’età, il declino del dispendio energetico non dipenda solo dalla perdita di massa muscolare, ma da un cambiamento nel modo in cui gli organi interni gestiscono l’energia: fegato, cuore e reni iniziano a lavorare in modo meno efficiente sul piano metabolico, riducendo la capacità di bruciare le calorie in eccesso.
A questo si aggiunge anche una crescente insulino-resistenza che può rendere il nostro corpo più incline ad accumulare grasso, in particolar modo dopo pasti ricchi di zuccheri semplici e grassi saturi. In altre parole, ciò che prima era un semplice strappo alla regola, oggi può diventare un piccolo “trauma” metabolico.
Un altro elemento che dovremmo tenere sempre in considerazione è l’aumento dell’infiammazione cronica di basso grado, un fattore silente ma che va ad alterare profondamente il funzionamento del nostro corpo. Dopo i 50 anni, la barriera intestinale può diventare più permeabile, facilitando il passaggio di sostanze pro-infiammatorie nel sangue. Questo fenomeno è noto anche come “leaky gut syndrome” ed è fortemente connesso alla salute del nostro microbiota intestinale.
Uno studio pubblicato su Cell Host & Microbe, ha proprio mostrato come l’invecchiamento vada ad alterare la composizione del microbiota, con una riduzione di ceppi batterici buoni e un aumento di quelli pro-infiammatori: questo squilibrio può peggiorare la risposta del nostro organismo, contribuendo a gonfiore, ritenzione, peggioramento dei valori glicemici e malessere generale.
Ecco perché, superata la soglia dei 50 anni, anche un semplice pasto troppo abbondante, o uno sgarro ripetuto durante il fine settimana, può lasciare il segno per diversi giorni, specialmente nelle persone che non hanno curato il proprio benessere negli ultimi anni.
Cosa possiamo fare?
No, non dobbiamo vivere con il freno a mano tirato o evitare ogni tipo di piacere… ma possiamo aiutare il nostro corpo a trovare la giusta flessibilità metabolica che gli permetterà di adattarsi a eventuali sgarri senza subirli.
Prima di tutto, è importante rafforzare la capacità del nostro corpo di gestire gli zuccheri e modulare l’insulina: questo significa abituarsi a pasti bilanciati, ricchi di fibre, proteine di alta qualità e grassi insaturi.
Integrare alimenti fermentati come kefir, tempeh e miso può contribuire alla salute del microbiota intestinale, così come anche l’uso di specifici prebiotici e probiotici da valutare insieme al vostro nutrizionista di fiducia.
Per chi, nonostante un’alimentazione corretta, avverte ancora gonfiore, stanchezza o difficoltà a recuperare dopo uno sgarro, può essere utile valutare, sempre sotto consiglio e indicazione del nutrizionista, un’integrazione a base di berberina, acido alfa-lipoico o curcumina, che supportano la sensibilità insulinica e contrastano lo stato infiammatorio.
Nel mio approccio nutrizionale, il Metodo Colombo, lavoriamo proprio su questi aspetti, partendo sempre da un’analisi approfondita della situazione metabolica, ormonale e intestinale della persona, in modo da poter comprendere dove si è incrinato l’equilibrio.
Non ci limitiamo a “mettere a dieta” qualcuno, ma interveniamo sempre con un approccio multidisciplinare per ripristinare il giusto benessere: l’obiettivo non è il controllo ossessivo del cibo, ma la riconquista di un equilibrio che permetta anche il giusto piacere, senza sensi di colpa e senza doverlo pagare con giorni di malessere.
Se ti riconosci in tutto questo, se senti che il tuo corpo non reagisce più come un tempo e desideri ritrovare equilibrio, leggerezza e vitalità, possiamo lavorarci insieme.
Ti aspetto in Studio a Lugano, Zurigo, Pontresina o anche online: il primo passo per prenderti cura di te è più semplice di quanto pensi.