04 Ago Postbiotici: la nuova frontiera della medicina funzionale moderna?
Nei miei precedenti articoli, vi ho parlato di quanto l’equilibrio del nostro microbioma intestinale sia fondamentale per la nostra salute in quanto si occupa di funzioni importantissime per il nostro organismo.
Il microbiota intestinale altro non è che l’insieme di batteri, funghi e protozoi che colonizzano il nostro organismo e che, in condizioni normali, vivono in perfetta eubiosi contribuendo all’efficienza del nostro corpo.
La nostra flora batterica svolge compiti di primaria importanza come la sintesi di vitamine ed amminoacidi, la digestione e l’assimilazione di nutrienti come fibre e minerali o la produzione di sostanze in grado di regolare le risposte immunitarie.
Oggi, però, voglio parlarvi dei postbiotici, ovvero delle molecole che i probiotici stessi sono in grado di produrre. Hanno un’azione benefica perché, in realtà, sono i veri e propri responsabili dell’azione benefica dei probiotici, per questo risultano utilissimi nel controllo dello stato infiammatorio ed in molti altri ambiti applicativi.
La loro assunzione costituisce una valida cura preventiva per rinforzare l’organismo, ad esempio nel periodo autunnale ed invernale, quando il nostro sistema immunitario viene messo a dura prova dai classici malanni di stagione, o nei confronti di malattie degenerative ed autoimmuni.
I postbiotici sono il prodotto della fermentazione dei probiotici, disponibile già pronto per l’utilizzo.
La loro preparazione avviene in laboratorio dove, in vitro, viene prodotto quello che normalmente viene fatto dai probiotici nel nostro intestino: in questo modo, è possibile selezionare i microorganismi ed i terreni di coltura più adatti ad ottenere i migliori effetti benefici.
L’assunzione dei postbiotici, pertanto, può portare a dei grossi vantaggi per la nostra salute, il tutto in maniera sicura ed immediata.
La ricerca scientifica si sta concentrando moltissimo sullo sviluppo di nuovi prodotti ad ampio spettro, ideali sia nella prevenzione che nel contrastare una lunga serie di patologie degenerative ed autoimmuni visto che il risultato del metabolismo della microflora intestinale potrebbe essere un aspetto ancora più importante della semplice presenza, o assenza, di una particolare specie microbica.
Ad oggi, sono disponibili queste classi di postbiotici:
- supernatanti: hanno dimostrato di avere attività antiossidante ed antinfiammatoria e di poter ridurre il potenziale invasivo nel cancro del colon oltre che nell’aiutare la guarigione e la rigenerazione della barriera intestinale,
- esopolissaccaridi: hanno dimostrato di avere un’attività immunomodulatrice, un’attività positiva sul metabolismo lipidico ed una diminuzione dell’assorbimento del colesterolo,
- frammenti di parete cellulare: presentano potenziale immunogenico ed attività immunostimolante in quanto in grado di ridurre la produzione di interleuchine pro-infiammatorie e di aumentare l’espressione di citochine anti-infiammatorie.
- acidi grassi a catena corta (SCFAs): hanno dimostrato capacità di rigenerare l’epitelio intestinale e di apportare un effetto immunosoppressivo regolando verso il basso l’espressione di diverse citochine pro-infiammatorie,
- lisati batterici: utilizzati per la connessione tra il sistema immunitario intestinale e quello respiratorio, hanno dimostrato un grosso potenziale nella riduzione di malattie infettive respiratorie e di patologie allergiche.
I meccanismi con cui i postbiotici interagiscono con il nostro organismo sono numerosi e, ad oggi, i primi studi mostrano risultati molto promettenti suggerendo una lunga serie di campi di applicazione come, ad esempio:
- prevenzione e miglioramento di patologie oftalmiche,
- prevenzione di patologie cardiovascolari,
- prevenzione e miglioramento di patologie infiammatorie croniche e dermatite atopica,
- miglioramento delle prestazioni sportive,
- prevenzione oncologica,
- prevenzione di patologie gastrointestinali,
- prevenzione di patologie infiammatorie croniche, respiratorie ed allergiche,
- prevenzione di patologie infettive.
Come per i probiotici, potrebbero essere utilizzati nel trattamento e nella prevenzione di una lunga serie di patologie, comprese quelle per cui non è ancora stata identificata una terapia causale (ad esempio Alzheimer o sclerosi multipla).