Malattie cardiache e dieta industrializzata: un preoccupante legame

Le malattie cardiache sono uno dei problemi più rilevanti degli ultimi anni, specialmente nel mondo occidentale, per questo sempre più studi si sono concentrati sul comprendere cosa stia portando ad un tasso di mortalità sempre più alto.

Secondo l’American Heart Association, esiste un nesso preoccupante tra l’aumento dei tassi di infarto e la diffusione di diete industrializzate, ricche di grassi saturi, zuccheri semplici e alimenti processati (tipico dei paesi fortemente industrializzati) che sta contribuendo notevolmente all’aumento delle patologie cardiovascolari.

Premesso che queste condizioni possono colpire chiunque, attualmente la maggior parte delle persone coinvolte hanno dai 50 anni in su e presentano condizioni come diabete, ipertensione, sovrappeso ed ipercolesterolemia. Inoltre, anche sedentarietà e stress (che si stanno diffondendo sempre di più) possono peggiorare la situazione.

Le persone di mezza età sono più predisposte alla sindrome metabolica, condizione che include ipertensione, ipertrigliceridemia, eccesso di peso e accumulo di grasso viscerale, tutti fattori che elevano notevolmente il rischio di malattia coronarica.

Quali sono i fattori di rischio delle malattie cardiache?

Ne esistono di due tipologie: modificabili e non modificabili; entrambi possono portare all’insorgenza di patologie a carico dell’apparato cardiocircolatorio.

I fattori modificabili sono quelli in cui l’ambiente, lo stile di vita e alcune patologie possono influire direttamente come fumo, vita sedentaria, stress e cattiva alimentazione; quelli non modificabili, invece, riguardano cose su cui non possiamo agire direttamente come:

  • età: esiste una stretta correlazione tra l’invecchiamento e il rischio di sviluppare una malattia cardiovascolare, in particolare modo dopo i 50 anni;
  • sesso: abbiamo una differenza di incidenza tra uomini e donne; sotto i 50 anni, il rischio è maggiore negli uomini mentre, con l’arrivo della menopausa, questa differenza va ad equilibrarsi;
  • familiarità: se ci sono stati eventi cardiaci nei genitori, esiste una probabilità variabile tra il 40 ed il 60% che anche i figli possano essere soggetti allo stesso rischio, in particolar modo se gli eventi sono stati in giovane età;
  • menopausa: come dicevo poco fa, durante l’età fertile (grazie agli estrogeni) le donne hanno un rischio inferiore ma, con il raggiungimento della menopausa (e la cessione della produzione di questi ormoni) il rischio va ad aumentare.

 

La notizia positiva è che, per quanto riguarda i fattori modificabili, siamo noi stessi a poter fare una grande differenza partendo proprio dalla tavola. Ogni scelta alimentare che andiamo a fare può influenzare la nostra vita, sia in ottica migliorativa che, purtroppo, in ottica peggiorativa.

Un regime alimentare sano ed equilibrato, con nutrienti specifici ed essenziali per il nostro cuore, può contribuire notevolmente sull’abbassamento del rischio.

Sapete che il legame tra cibo e salute cardiovascolare è molto forte?

Esistono alimenti che, se consumati in modo costante e nelle dovute quantità, possono fare la differenza, vediamo quali:

  • verdure a foglia verde come spinaci, cavoli, zucchine, rucola, bietole, erbette e finocchi in quanto ricchi di vitamina K ad azione protettiva nei confronti delle arterie. Inoltre, grazie ai loro nutrienti, contribuiscono a normalizzare i valori della pressione, rallentano l’invecchiamento dei vasi sanguigni e migliorano la funzionalità cardiaca;
  • frutta fresca e frutta secca che, con il loro contenuto vitaminico (come vitamina A, vitamine del gruppo B e C) contribuiscono alla protezione del cuore. Via libera ad agrumi, mango, kiwi, prugne, albicocche, frutti di bosco ed ananas (tutti estremamente ricchi di antiossidanti) ma anche di mandorle, noci, pistacchi e nocciole, ricchissime di minerali preziosi;
  • pesce azzurro ed avocado, che contengono acidi grassi Omega-3 ad azione cardioprotettiva ed antinfiammatoria;
  • cereali integrali, ricchi di fibre che garantiscono un’ottima funzionalità intestinale e contribuiscono ad abbassare la glicemia;
  • tè verde, con le sue catechine ad azione antinfiammatoria;
  • cioccolato extra fondente (meglio ancora se lavorato a crudo), ricchissimo di antiossidanti.

 

Dobbiamo invece evitare:

  • sale (influisce sulla pressione arteriosa); al suo posto preferiamo spezie ed erbe aromatiche che ci forniscono anche preziosi nutrienti;
  • carni rosse ed insaccati;
  • bevande alcoliche e superalcoliche (contribuiscono ad aumentare la pressione e possono provocare danni al fegato);
  • alimenti grassi e loro utilizzo in cucina come burro, strutto e margarina; al loro posto prediligiamo l’utilizzo di olio extravergine di oliva e di cotture come quella al vapore o le bolliture.

 

Se ti trovi ad affrontare sfide legate all’età, al peso, o a condizioni di salute specifiche e senti il bisogno di un supporto, ricorda che non sei solo e puoi contare su di me: contattami per un colloquio telefonico conoscitivo cliccando su questo link. In seguito possiamo organizzare un primo consulto Online oppure in Studio (ricevo a Pontresina, Poschiavo, Lugano e Zurigo).


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