09 Dic La tiroide: patologie ed alimentazione
Oggi vi parlo di una ghiandola molto importante, direi fondamentale, che fa parte del nostro sistema endocrino: la tiroide. È situata anteriormente nel collo, precisamente dietro al pomo di Adamo, ed è composta da due metà (lobi) connesse nella parte centrale (istmo): normalmente è invisibile ma, se aumenta di dimensioni, può essere percepita alla palpazione e può comparire una massa prominente, chiamata gozzo.
La funzione della tiroide è quella di trasmettere alle cellule uno specifico “ordine biologico”, liberando gli ormoni nel flusso sanguigno, i quali agiscono a distanza sui tessuti bersaglio, coordinando le diverse attività dell’organismo.
I principali ormoni tiroidei T4 (tiroxina) e T3 (triiodotiroxina) controllano, infatti, le attività metaboliche e sono responsabili del funzionamento di gran parte delle cellule dell’organismo.
Tra le loro principali funzioni, si occupano di influenzare la frequenza cardiaca, la velocità con cui vengono bruciate le calorie, l’integrità della pelle, la crescita, la fertilità, la temperatura corporea, la forza muscolare, la digestione, il tono dell’umore e molto altro ancora.
Elemento essenziale per il corretto funzionamento di questa ghiandola è lo iodio, per questo è molto importante assicurarne il giusto apporto al nostro organismo; questo può avvenire, principalmente, attraverso una dieta che ne sia ricca, ovvero assumendo pesce di mare, crostacei, uova, yogurt, alghe, mirtilli, frutta secca come noci, anacardi, pistacchi e alcune tipologie di cereali e prodotti contenenti sale iodato.
Anche il selenio ha un ruolo chiave nel funzionamento della tiroide: aiuta a proteggerla dallo stress ossidativo, contribuendo a rendere attivi gli ormoni tiroidei.
Le principali patologie della tiroide: l’ipertiroidismo e l’ipotiroidismo.
L’ipertiroidismo consiste in una produzione eccessiva di ormoni che causa un aumento di molte attività metaboliche nei tessuti periferici provocando un serie di disturbi come: nervosismo, ansia, iperattività, perdita di peso, battito cardiaco accelerato, disturbi del sonno, ciclo mestruale irregolare, dimagrimento, aumento della sudorazione e intolleranza al caldo. Questa disfunzione può essere conseguenza di un nodulo tiroideo iperfunzionante o del morbo di Basedow. Chi soffre di ipertiroidismo presenta spesso segni molto evidenti quali l’ingrossamento della ghiandola e la sporgenza dei bulbi oculari.
L’ipotiroidismo, più comune, si manifesta, al contrario, quando la tiroide non produce una quantità adeguata di ormoni e non è in grado quindi di soddisfare le esigenze degli organi del nostro corpo. All’origine dell’ipotiroidismo ci sono cause di natura diversa, dall’insufficienza tiroidea ad una alterazione dell’equilibrio tra tiroide, ipotalamo e ipofisi. L’ipotiroidismo viene classificato in: primitivo, secondario, terziario e iatrogeno. I sintomi principali sono: cute secca, debolezza muscolare, flussi mestruali abbondanti, depressione, aumento del peso corporeo, costipazione e anemia.
La tiroide può essere soggetta anche ad alterazioni morfologiche come gozzi e noduli, può essere sede di tumori (spesso benigni) e di infiammazioni, come la tiroidite, la cui forma più comune è la tiroidite di Hashimoto, che fa parte delle malattie autoimmuni.
Il ruolo dell’alimentazione
Sicuramente la dieta gioca un ruolo determinante nell’apporto di iodio al nostro organismo: pertanto è necessario assumere alimenti che lo contengono per soddisfare il fabbisogno giornaliero del nostro corpo, oltre a prestare particolare attenzione a tutti quei cibi che, di contro, potrebbero ridurne i benefici.
Le alghe, spesso sottovalutate e poco conosciute, sono le migliori fonti alimentari di questo micronutriente. Molto importanti sono anche i sali minerali utili a prevenire il malfunzionamento della tiroide come, ad esempio, il selenio, presente nel pesce, nei molluschi, nei crostacei e nelle uova. Inoltre, anche lo zinco, il rame e il magnesio sono implicati nel corretto funzionamento di alcuni organi che regolati dalla tiroide.
Per quanto riguarda la frutta e la verdura, teniamo presente che il suolo terrestre contiene quantità variabili di iodio che ne influenza il contenuto nelle colture agricole, avremo quindi quantità diverse a seconda della tipologia di terreno, in base agli eventuali fertilizzanti utilizzati ed alle modalità di irrigazione.
I prodotti che contengono isoflavoni, in particolare modo gli integratori a base di isoflavoni di soia, se assunti in quantità elevata e concentrata, potrebbero inibire l’azione di un enzima della tiroide necessario per la sintesi dell’ormone tiroideo, pertanto, in caso di patologie della tiroide, è sempre meglio chiedere il consulto di un bravo nutrizionista che potrà, così, preparare un piano alimentare specifico per le nostre esigenze.
A una corretta alimentazione è utile associare anche uno stile di vita sano: questo significa praticare regolarmente sport, ridurre l’alcol e non fumare. Il fumo potrebbe avere effetti negativi sulle complicanze oculari dell’ipertiroidismo autoimmune o nella malattia di Basedow.
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