Calcoli renali: come gestirli con l’alimentazione?

Molto spesso sentiamo parlare di calcoli renali, ma cosa sono realmente? E come possiamo prevenirli?

I calcoli sono come dei piccoli sassolini che si creano all’interno dei reni, o nelle vie urinarie, a causa del consolidamento di alcune sostanze presenti nelle urine. Colpiscono prevalentemente gli uomini tra i 20 ed i 40 anni (anche se le donne non ne sono esenti soprattutto dopo la menopausa); ne esistono di diverse dimensioni, forma e colore. Alcuni somigliano a granelli di sabbia (in questo caso si parla di renella), altri, invece, possono raggiungere notevoli dimensioni causando non pochi disagi.

La maggior parte (circa 8 casi su 10) sono costituiti da sali di calcio associati ad ossalati, una particolare tipologia di sali che possiamo trovare in alcuni alimenti come, ad esempio, barbabietole, kiwi e spinaci (da non confondere con il calcio, un minerale che, al contrario, contribuisce a ridurre il rischio della formazione di calcoli): pensate che, secondo la ricerca scientifica, un suo basso apporto nella dieta può aumentarne il rischio di formazione del 51%.

Quali sono i sintomi più comuni dei calcoli renali?

Solitamente, quando siamo in presenza di renella, il nostro corpo la espelle attraverso le vie urinarie senza particolari dolori; tuttavia, in alcuni casi, può bloccare il passaggio delle urine dando origine alla ben più dolorosa colica renale.

I sintomi più comuni, in presenza di calcoli renali, sono da ricercare in:

  • vomito,
  • nausea,
  • dolore al fianco o nella zona lombare,
  • frequente stimolo di minzione e dolore ad esso associata,
  • presenza di sangue nelle urine,
  • febbre (anche alta).

 

Quando il calcolo raggiunge dimensioni superiori al diametro dell’uretere, può verificarsi un blocco totale con conseguente ristagno di urina che può dare vita ad un’infezione batterica da trattare immediatamente onde evitare che si trasformi in pielonefrite.

In questi casi possono essere necessari interventi come la litotripsia (utilizzo di onde d’urto che vanno a frammentare i calcoli) oppure la rimozione chirurgica.

Quali sono i fattori di rischio?

Come vi spiegavo all’inizio dell’articolo, la calcolosi si forma quando nelle urine aumenta la concentrazione di alcuni sali con conseguente sviluppo di cristalli urinari la cui unione porta alla nascita del calcolo vero e proprio.

Il sesso rappresenta, sicuramente, un fattore di rischio in quanto gli uomini hanno una maggiore probabilità di soffrire di questa patologia (nelle donne è presente una superiore quantità di estrogeni che svolgono un’azione protettiva, motivo per cui le donne sono più soggette al disturbo dopo la menopausa).

Anche scarsa assunzione di liquidi, familiarità genetica con la patologia, utilizzo di alcune tipologie di farmaci, frequenti infezioni alle vie urinarie o urine particolarmente acide possono contribuire ad un aumentato rischio di insorgenza.

L’importanza di una corretta alimentazione preventiva

La dieta gioca un ruolo determinante nell’insorgenza e nel trattamento della calcolosi e deve essere sempre impostata da un bravo nutrizionista; prima di tutto, è doveroso ricordare l’importanza di una corretta idratazione (almeno due litri al giorno), possibilmente con acqua a basso residuo fisso (controllate sempre l’etichetta per vederne la composizione mineraria).

Va diminuita l’assunzione di proteine di origine animale (da sostituire con quelle di origine vegetale provenienti da legumi o quinoa), e di sodio (può essere tranquillamente sostituito con spezie o erbe aromatiche che, oltre ad insaporire il piatto, lo arricchiscono di proprietà nutrizionali benefiche.

Cuciniamo sempre senza grassi aggiunti, preferendo cotture semplici come quella al vapore o in pentola a pressione, che dovranno sostituire le fritture o le cotture in burro e margarina: molto meglio cuocere a fuoco basso, con un cucchiaio di olio extra vergine di oliva (tra le altre cose, ricco di Omega-3).

Limitiamo gli alimenti ricchi di ossalati come spinaci, rabarbaro, bietole, verza, kiwi e frutta secca, oltre a tutto il cibo confezionato (merendine, carne processata, carne in scatola, patatine, salatini e salse) e teniamo sotto controllo il nostro peso.

Secondo uno studio durato alcuni anni, circa il 10% della popolazione ha, o avrà, a che fare con almeno un episodio di calcolosi nella vita e circa il 6% con episodi ricorrenti: numeri veramente elevati.

Perché non evitare il tutto con un regime alimentare su misura per le nostre esigenze? La nutrizione preventiva può tenerci al riparo da questa e da tante altre patologie, garantendoci longevità e forma fisica: se vuoi affrontare la tematica, magari approfittandone per rimetterti in forma, puoi prenotare un primo consulto con me in Studio (a Pontresina, Poschiavo, Lugano o Zurigo), oppure comodamente online, cliccando su questo link.


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