07 Gen Andropausa: come gestirla al meglio?
L’andropausa, conosciuta anche come sindrome da carenza di testosterone, consiste in una diminuzione dei livelli di testosterone che porta ad un calo della capacità sessuale, oltre a conseguenze importanti sul metabolismo.
Il calo del testosterone, se fisiologico, inizia dopo i 30 anni, quando diminuisce dell’1-2% all’anno, per poi aumentare gradualmente dopo i 45, fino a risultare dimezzato verso gli 80 anni. Generalmente, il calo di testosterone può anche non avere sintomi evidenti o manifestarli solo dopo i 60/70 anni. Tuttavia, alcune patologie (in progressivo aumento nelle popolazioni occidentali) contribuiscono ad una sua caduta più rapida.
Un sintomo correlabile all’andropausa è l’aumento del peso corporeo con accumulo di adipe a livello dei fianchi, dell’addome e dei glutei. Spesso si assiste anche ad una riduzione della massa magra, con diminuzione della forza muscolare.
Un’altra manifestazione, principalmente riscontrabile nell’uomo che ha superato i 60 anni, è la comparsa della ginecomastia, ovvero l’aumento di volume della ghiandola mammaria maschile (che produce un’immagine di seno cadente.
Contemporaneamente alle modificazioni fisiche, si associano importanti alterazioni metaboliche, con un aumento del rischio di fratture ossee, legato alla rarefazione della densità del calcio depositato nella matrice ossea, fino a quadri importanti di osteoporosi.
Sono frequenti problemi metabolici che portano ad un incremento dei valori del colesterolo “cattivo” con conseguente aumento di rischio cardiovascolare.
L’uomo adulto può, inoltre, presentare disturbi dell’umore, dell’attenzione e dell’apprendimento, insonnia, astenia generalizzata, calo dell’autostima, fino a gravi quadri di depressione.
La sintesi di testosterone è affidata alle cellule testicolari del Leydig, la cui riduzione numerica è tipicamente correlata all’andropausa. Gli uomini che manifestano i sintomi associati all’andropausa hanno una ridotta quantità di testosterone disponibile nel sangue; pertanto, i tessuti del corpo stimolati da questo ormone ne ricevono una quantità inferiore al necessario con conseguenti cambiamenti fisici e, in alcuni casi, mentali.
Insieme ai livelli di testosterone diminuiscono sensibilmente anche i livelli di altri ormoni maschili, come il diidrotestosterone (DHT), il DHEA e l’androstenedione.
La diagnosi, quindi, avviene tramite analisi del sangue: poiché il livello di testosterone può variare di giorno in giorno, questa analisi va effettuata in un arco di tempo ampio in modo da avere un risultato attendibile.
Un fattore di rischio importante per l’insorgenza dell’andropausa è un elevato indice di massa corporea: maggiore è il sovrappeso, maggiore sarà il rischio che questa condizione si presenti, anche in giovane età. L’obesità, dal canto suo, è tipicamente associata ad una riduzione dei livelli di testosterone libero e totale, accompagnati ad un relativo aumento dell’estradiolo.
L’aumento del grasso viscerale peggiora l’ipogonadismo che, a sua volta, aggrava la condizione di obesità. Nel tessuto adiposo, ed in modo particolare in quello localizzato a livello addominale, si concentra, infatti, un enzima chiamato aromatasi che opera la conversione del testosterone in estradiolo, un ormone femminile.
L’attività dell’aromatasi è potenziata non solo dall’ipertrofia degli adipociti, ma anche dall’iperinsulinemia (anticamera del diabete mellito di tipo II) e dall’alcolismo. Ulteriori fattori di rischio sono: malattie cardiache, ipertensione, mancanza di esercizio, consumo di alcol, fumo, ansia, privazione del sonno, cattiva alimentazione, ipercolesterolemia ed osteoporosi, poiché influenzano negativamente la presentazione dei sintomi dovuti all’andropausa.
È importante, quindi, rispettare uno stile di vita sano praticando esercizio fisico regolarmente, seguire una dieta bilanciata, mantenere il peso sotto controllo, smettere di fumare, ridurre l’assunzione di alcol e dormire a sufficienza.
Una sana alimentazione, appunto, può essere di aiuto.
È importante non eccedere nel consumo di carboidrati semplici in modo da prevenire sovrappeso e diabete, seguire un’alimentazione bilanciata tra proteine e carboidrati, senza eliminare del tutto i grassi (a partire dai lipidi e dal colesterolo, infatti, viene sintetizzato testosterone, ormone responsabile dei principali caratteri sessuali del maschio).
Non bisogna assumere grosse quantità di sale, per prevenire l’ipertensione.
Mangiare verdura e frutta di stagione aiuta nell’assunzione di minerali e vitamine preziose (a tal proposito, vitamina D e sono nutrienti fondamentali per i livelli di testosterone).
Introdurre alimenti come l’avocado (ricco di fibre e di grassi salutari) aiuta la salute cardiovascolare abbassando i valori di colesterolo; la glucobrassicina, presente nel cavolo e nel broccolo, aiuta il corpo ad eliminare gli estrogeni in eccesso: questo può aiutare a stimolare il desiderio sessuale.
Infine, considerando che in andropausa si crea un’ipertrofia prostatica è bene aumentare il consumo di betacarotene, alfacarotene e licopene, preziosi antiossidanti contenuti nei pomodori, nelle carote, nelle fragole e nei frutti di bosco.
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