Un filo invisibile che unisce corpo e mente: il nervo vago.

C’è un filo invisibile che collega il cervello, l’intestino e il cuore: è il nervo vago, una sorta di autostrada che trasporta informazioni in entrambe le direzioni e regola il nostro stato di calma, digestione ed equilibrio interno.

Ogni volta che respiriamo profondamente, che ci rilassiamo o che viviamo un momento di serenità, il nervo vago entra in azione per riportare l’organismo in uno stato di equilibrio.

Ma quando lo stress si accumula, il sonno si riduce e lo stato infiammatorio aumenta, questo meccanismo si indebolisce con il risultato di avere digestione più lenta, difficoltà di concentrazione, calo di energia e una sensazione generale di tensione costante che, con il passare degli anni, può compromettere il nostro benessere globale.

Oggi sappiamo che migliorare la funzionalità del nervo vago permette di migliorare la capacità del nostro corpo di autoripararsi, migliorare la digestione, il tono dell’umore e persino la risposta immunitaria e pratiche semplici come la respirazione consapevole, la meditazione o la neuroagopuntura possono diventare strumenti potenti per riattivare questa connessione profonda tra mente e corpo.

Ma andiamo con ordine: il nervo vago fa parte del sistema parasimpatico e veicola segnali di calma, digestione e recupero; quando il suo tono è basso, l’equilibrio autonomo tende a pendere verso la predominanza del sistema nervoso simpatico e sintomi come digestione lenta, infiammazione cronica, tensione, ansia e disturbi metabolici diventano più frequenti.

Tra le vie di stimolo del vago, la respirazione consapevole è una delle più efficaci, in particolar modo con la tecnica 4-7-8 che prevede: inspirare per 4 secondi, trattenere per 7, espirare per 8 secondi (con un’espirazione “forzata” o controllata), una sequenza che può modulare il sistema nervoso autonomo, attivando una stimolazione vagale respiratoria (detta anche “respiratory vagal nerve stimulation”).

Uno studio recente, pubblicato su Frontiers in Human Neuroscience, ha esaminato proprio gli effetti della respirazione profonda e lenta su persone adulte, osservando come una modalità respiratoria con rapporto inspirazione/espirazione favorevole possa ridurre stress e attivare risposte parasimpatiche.

La neuroagopuntura rappresenta un’altra soluzione altrettanto efficace: qui le ricerche ci suggeriscono come stimolare determinati punti possa promuovere attività vagale efferente e contribuire a inibire l’infiammazione interna. Un’analisi ha messo in luce che questa pratica, modulando il nervo vago, può controllare risposte infiammatorie arrivando addirittura a influenzare la motilità gastrointestinale. A Lugano, è applicata dal Dr. Wullimann, specialista in neuroagopuntura, con risultati clinici molto interessanti nel miglioramento del tono vagale e nella regolazione del sistema nervoso autonomo.

Un altro aspetto importante è la meditazione, in particolar modo quella che integra tecniche respiratorie che vanno a massimizzare l’effetto rilassante, permettendo di creare uno spazio mentale in cui il sistema nervoso autonomo può “riallinearsi”.

Oltre a questo, anche l’alimentazione può supportare la funzione vagale e l’innervazione intestinale, tramite questi nutrienti:

  • fibre e alimenti prebiotici: una flora intestinale sana produce acidi grassi a corta catena (SCFA) che stimolano i recettori vago-intestinali, favorendo comunicazione intestino-cervello,
  • alimenti fermentati (kefir, yogurt fermentato, crauti, kombucha) che introducono microrganismi attivi capaci di interagire con il sistema nervoso enterico,
  • grassi “buoni”: come omega-3 (disponibili in pesce azzurro, avocado, semi oleosi e frutta secca) che modulano l’infiammazione sistemica e supportano la conduzione nervosa,
  • polifenoli e antiossidanti: (frutti di bosco, tè verde, cacao, curcuma) che proteggono i neuroni dalle lesioni ossidative,
  • magnesio e vitamine del gruppo B: che, ben dosati, possono sostenere la trasmissione nervosa, riducendo tensione e irritabilità.

Nei casi in cui il tono vagale risulti basso, può essere utile valutare, insieme al proprio nutrizionista di fiducia, una supplementazione di probiotici specifici (con ceppi selezionati) e integratori come la N-acetilcisteina o la colina.

Nel Metodo Colombo (il mio approccio unico, frutto di oltre 20 anni di esperienza), nulla è lasciato al caso e anche aspetti come, appunto, il nervo vago vengono considerati in un approccio multidisciplinare finalizzato alla ricerca del benessere.

Ogni percorso inizia, infatti, da un’osservazione approfondita: come reagisce l’organismo allo stress, come sono qualità e stile di vita, in che stato si trova il sistema digestivo e qual è il livello dello stato infiammatorio; da questi dati, prende forma un piano personalizzato che combina nutrizione funzionale, miglioramento della qualità del sonno, riduzione dello stress e interventi mirati al riequilibrio del sistema nervoso autonomo, con l’obiettivo di restituire al corpo la sua capacità naturale di rispondere in modo armonico agli stimoli.

Stimolare il nervo vago, in questo contesto, può diventare un modo per riattivare le risorse interne e ricostruire un equilibrio che si può tradurre in un benessere duraturo.

Se senti che la pressione esterna è diventata troppa, non riesci più a gestire lo stress o la digestione e l’energia non sono più quelle di un tempo, ti invito a prenotare un primo consulto nei miei studi di Lugano, Pontresina o Zurigo, oppure online, per costruire insieme un percorso su misura per te.

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