10 Feb Colesterolo alto e microbioma intestinale: esiste una correlazione?
Tutti, almeno una volta nella vita, abbiamo sentito parlare di colesterolo alto… ma cosa si intende esattamente quando si parla di ipercolesterolemia?
Partiamo dalla sua definizione: il colesterolo è una molecola di grasso che contribuisce al buon funzionamento del nostro organismo svolgendo numerosi compiti come:
- aiutare la sintesi della vitamina D,
- funzionare come precursore di ormoni come testosterone ed estrogeni,
- essere parte costituente delle membrane cellulari, in particolar modo di quelle del sistema nervoso.
Viene prodotto attraverso il fegato ma può anche essere introdotto tramite la dieta, in particolar modo con alimenti di origine animale come carne, insaccati, latticini e uova.
Spesso sentiamo parlare di colesterolo Ldl ed Hdl ma questa terminologia, di uso comune, in realtà è errata in quanto questi due componenti sono delle lipoproteine che si occupano del trasporto di colesterolo nel sangue.
Le Ldl sono quelle deputate al trasporto del colesterolo dal fegato al circolo sanguigno, mentre le Hdl si occupano del suo trasporto dalle arterie agli organi che lo utilizzano e lo eliminano: pertanto, svolgono una funzione di pulizia, raccogliendone gli eccessi che verranno poi portati al fegato per essere smaltiti.
Essendo due componenti di vitale importanza, è molto importante assicurarci che i loro livelli siano corretti, altrimenti si rischia di incorrere in complicazioni, anche gravi, come aterosclerosi, infarti ed ictus. Possiamo capire l’importanza di questa analisi ematica anche dal fatto che l’ipercolesterolemia è spesso asintomatica e, quindi, è facile non sapere di soffrirne, ignorando il problema a lungo.
Quello che in pochi sapranno, è che esiste una correlazione, scientificamente provata, tra il microbiota intestinale ed i livelli di colesterolo: secondo recenti studi, esiste la possibilità di agire nel trattamento contro l’ipercolesterolemia, utilizzando ceppi probiotici specifici come i bifidobatteri: in questo modo sarà possibile bloccare il meccanismo di riassorbimento del colesterolo, riducendone l’assimilazione.
Questa metodologia si dimostra ottima in tutte le casistiche con livelli moderati dove, oltre alla dieta, vengono spesso date anche delle statine che non sarebbero necessarie, con i conseguenti rischi che questa tipologia di farmaco comporta.
Secondo uno studio del Broad institute of MIT and Harvard, pubblicato su Cell Host & Microbe, specifici ceppi batterici sarebbero in grado di ridurre i livelli di colesterolo intestinale convertendolo in coprostanolo, un suo derivato poco assimilabile.
Grazie alla metagenomica e metabolomica, è stato possibile identificare anche l’enzima responsabile della conversione del colesterolo dei batteri.
Un altro aspetto molto importante, emerso da tutti gli studi sinora compiuti, riguarda la dieta ad alto tasso di colesterolo (quindi tipicamente occidentale) che potrebbe ridurre il numero di specie batteriche che compongono il nostro microbiota, andando a creare una condizione di disbiosi intestinale: una pericolosa situazione in cui i microorganismi non sono più in equilibrio e vengono a crearsi scompensi che, se non trattati tempestivamente, possono portare ad un aumento dello stato infiammatorio e, successivamente, alla permeabilità intestinale con rischio di sviluppare malattie autoimmuni (anche gravi).
Genericamente, i primi sintomi di un intestino disbiotico sono da ricercare in gonfiore o dolore addominale, diarrea (specialmente dopo i pasti), stipsi, meteorismo, cattiva digestione ed eccessiva debolezza, tutti indicatori che qualcosa, a livello intestinale, non sta funzionando come dovrebbe.
La composizione della flora batterica, ed il relativo stato infiammatorio, possono essere misurati mediante un’apposita analisi del microbioma intestinale: un esame basato sulla coprocoltura che va ad identificare tipologia e quantità di ogni specie presente.
Una volta ricevuti gli esiti, sarà possibile valutare con il proprio nutrizionista di fiducia una specifica integrazione a base di probiotici e prebiotici, oltre ad una rivisitazione della dieta e dello stile di vita che dovranno essere più sani ed attivi.
Ancora una volta, la ricerca scientifica ha dimostrato come alla base della longevità debba esserci sempre un intestino sano ed in perfetta forma.
Se ti è capitato di avere i sintomi di cui ti ho parlato o se hai scoperto di avere valori elevati di colesterolo, puoi prenotare un primo consulto con me (in Studio o online) direttamente a questo link.