26 Apr Avete mai sentito parlare della Dieta dei Carboidrati Specifici (SCD)?
Probabilmente vi suonerà strano, eppure si tratta di un protocollo alimentare molto indicato in caso di disturbi dell’apparato gastrointestinale.
Questa dieta è stata approvata dalla ricerca scientifica e si è dimostrata efficace nel ridurre i sintomi a tutti i pazienti affetti da disturbi come:
- morbo di Crohn,
- rettocolite ulcerosa,
- IBS – sindrome dell’intestino irritabile,
- SIBO (sindrome da sovracrescita batterica),
- fibrosi cistica.
Il suo punto chiave è da ricercare nell’eliminazione degli eccessi di fermentazione ed accumulo di gas, due fattori che portano ad avere gonfiore e dolore addominale, meteorismo, cattiva digestione e malassorbimento dei nutrienti.
Si basa sull’eliminazione totale dei carboidrati complessi (composti da disaccaridi o polisaccaridi) mentre sono consentiti tutti gli alimenti che contengono zuccheri semplici, ovvero i monosaccaridi.
Nella mia esperienza in Studio, ho potuto constatare che molti pazienti hanno intestini molto infiammati al punto che qualunque alimento introdotto può causare reazioni forti ed invalidanti come diarrea, stipsi e forte dolore addominale.
Più si aspetta ad intervenire, più la frequenza degli episodi aumenta e si va incontro a possibili complicazioni (anche gravi) dovute alla permeabilità intestinale (un disturbo caratterizzato dall’incapacità del nostro intestino di opporsi all’ingresso di tossine e patogeni nel circolo sanguigno che, a quel punto, saranno libere di muoversi in tutti i nostri organi portando ad infezioni del tratto gastrointestinale, malattie sistemiche, malattie infiammatorie e malattie degenerative).
Le cause più frequenti di questi disturbi sono da ricercare in stile di vita mal sano (stress prolungato, sedentarietà, dieta errata), abuso di alcune tipologie di farmaci come lassativi o inibitori della pompa protonica ed inquinanti ambientali.
Quello che va a scatenare questi scenari è una vera e propria reazione a catena: nel nostro intestino ospitiamo miliardi di microorganismi che vivono in equilibrio tra di loro e garantiscono il nostro benessere e la nostra longevità.
Quando questo stato di eubiosi si spezza, i batteri patogeni prendono il sopravvento e, nutriti dai carboidrati complessi, proliferano nell’intestino aumentando in maniera abnorme sino a colonizzare tutte le pareti di colon ed intestino tenute oltre alle mucose dello stomaco.
In questo stato disbiotico, si manifesta un sovraccarico del nostro sistema digestivo che va ad ostacolare l’assorbimento di nutrienti come ferro e vitamina B12 (due valori da tenere sotto controllo in caso siano presenti i sintomi di cui vi ho parlato poco fa).
Per poter controllare la condizione della nostra flora batterica, è essenziale effettuare un’analisi della composizione del microbioma, l’unico esame in grado di darci una mappatura completa. Una volta ricevuto il referto, il nutrizionista di fiducia potrà indicare il giusto approccio dietetico e la corretta supplementazione di specifici probiotici e prebiotici.
Uno degli approcci alimentari potrà essere proprio quello della Dieta dei Carboidrati Speficici, un piano alimentare che aiuterà a ripristinare i batteri probiotici all’interno del nostro sistema gastrointestinale.
In questa dieta vanno evitati lieviti, amidi, lattosio, saccarosio, maltosio ed isomaltosio in modo da ridurre al minimo la fermentazione intestinale.
Il nutrizionista, pertanto, eliminerà:
- amidi e verdure amidacee,
- grano e prodotti a base di cereali contenenti glutine,
- latte e latticini,
- legumi,
- carni processate,
- alimenti confezionati e preparati pronti,
- bevande zuccherate,
- oli e grassi raffinati.
Al loro posto, vi suggerirà alimenti come:
- alcune tipologie di verdura,
- uova,
- pesce,
- frutta secca e frutta a guscio,
- carni bianche,
- grassi buoni come avocado o olio extra vergine di oliva.
Questi sono tutti alimenti composti da monosaccaridi, in grado di arrivare direttamente al flusso sanguigno senza essere scissi dal nostro sistema digestivo: in questo modo, non si corre il rischio che vengano rilasciate sostanze residue nell’intestino (che diventerebbero cibo per batteri patogeni, funghi e lieviti).
Trattandosi di piani alimentari fortemente riduttivi, è da evitare assolutamente il fai da te che potrebbe portare sia a peggiorare la condizione che a manifestare delle carenze di specifici nutrienti.
Ogni dieta ed ogni piano di supplementazione devono essere sempre indicate dal vostro nutrizionista di fiducia, l’unico in grado di indicare con certezza il regime più adatto alla condizione.
Lo stesso dicasi anche per i referti dell’analisi del microbiota intestinale.
Se vi riscontrate nella descrizione dei sintomi sopra riportati e volete approfondire la condizione per migliorare la qualità della vostra vita e prevenire ulteriori peggioramenti, potete fissare un primo appuntamento in Studio, o online, a questo link.