Vivere bene e a lungo: il ruolo della nutrizione preventiva

Oggi voglio parlarvi di un concetto molto importante, quello dell’anti-aging, ovvero della lotta all’invecchiamento. Se, fino a qualche anno fa, ci si riferiva a questo con l’unico scopo di mantenere un aspetto giovanile, oggi si espande il tutto ad un concetto più ampio, ovvero quello di investire in uno stile di vita in grado di favorire salute, benessere e una longevità di alta qualità.

Sebbene la scienza abbia scoperto sempre più dettagli sulle cause dell’invecchiamento, negli ultimi anni si è concentrata molto sull’importanza crescente della nutrizione, come fattore determinante nel rallentare i processi di degenerazione cellulare.

Uno studio condotto dal National Institute on Aging, ha evidenziato come la dieta possa incidere direttamente su moltissimi meccanismi fisiologici, influenzando i processi cellulari e contribuendo alla protezione dei danni causati dal tempo e dagli agenti esterni.

È sempre più importante, quindi, concentrarsi anche su aspetti come il mantenimento delle funzioni cognitive, dell’equilibrio ormonale e della preservazione della vitalità, tutti contesti in cui l’alimentazione si rivela come uno strumento molto potente: vediamolo nel dettaglio.

La nostra pelle e i nostri tessuti cellulari vengono esposti continuamente a stress ossidativo, un processo causato dall’accumulo di radicali liberi che portano all’invecchiamento precoce delle cellule. Per contrastare tutto questo, abbiamo a disposizione gli antiossidanti, ovvero dei composti presenti in molti alimenti che vanno a neutralizzare questi radicali, riducendo i danni a livello cellulare.

Tra i principali cibi ad azione antiossidante troviamo frutti di bosco (mirtilli, lamponi, more), melagrana, tè verde, tè matcha e cacao crudo ma, in generale, possiamo estendere il concetto a tutti gli alimenti del mondo vegetale come frutta e verdura colorate.

Il consumo regolare di alimenti contenenti antiossidanti non solo agisce come barriera protettiva contro l’invecchiamento precoce, ma apporta anche effetti benefici sulle funzioni cognitive e sul nostro sistema immunitario. In particolare, l’assunzione di cibi ricchi di vitamina C e vitamina E (due potenti antiossidanti) può contribuire a proteggere le cellule cutanee dagli effetti negativi dell’esposizione solare e da altri agenti inquinanti ambientali.

Un altro componente indispensabile nella lotta anti-age è da ricercare nei grassi sani, come gli Omega-3 e gli Omega-9, due composti essenziali per mantenere una pelle giovane ed idratata ma che sono anche implicati nella salute cardiovascolare, nella protezione dei neuroni e nella regolazione dell’umore.

Gli Omega-3 sono presenti principalmente nel pesce azzurro, nei semi oleosi come quelli di lino e di chia, nella frutta secca come le noci e nell’avocado, tutti alimenti con proprietà antinfiammatorie che possono contribuire a ridurre il rischio di malattie croniche legate all’invecchiamento.

Gli Omega-9, invece, aiutano a mantenere le membrane cellulari forti e protette dai danni esterni, favorendo una pelle più elastica e riducendo la comparsa di rughe. Li possiamo trovare in alimenti come olio extra vergine di oliva e mandorle.

Integrarli nella nostra alimentazione ci permette di supportare la produzione di collagene, una proteina fondamentale per l’elasticità della pelle, che purtroppo tende a diminuire con il passare dell’età. Secondo studi recenti, una dieta ricca di Omega-3 potrebbe migliorare anche le funzioni cognitive, preservando la memoria e riducendo il rischio di deterioramento cognitivo legato all’età.

Anche i polifenoli (composti naturali che si trovano in cibi come uva, tè verde e molte spezie) sono molto importanti per le loro proprietà antiossidanti ed antinfiammatorie, con un marcato ruolo nella diminuzione del rischio di malattie croniche. Basti pensare come, nelle aree del mondo dove le popolazioni sono più longeve, si seguano diete naturalmente ricche di polifenoli, come nella zona mediterranea o in quella di Okinawa.

Un altro studio molto importante, condotto dalla Washington University School of Medicine, ha esplorato l’effetto della restrizione calorica sui vari marker di invecchiamento, dimostrando l’importanza di una dieta controllata. La ricerca ha evidenziato come un moderato deficit calorico possa effettivamente rallentare il processo di invecchiamento biologico.

Restrizione calorica non significa privazione ma, piuttosto, una scelta più oculata sugli alimenti da portare in tavola, ricchi di nutrienti ed antiossidanti per ridurre l’accumulo di tossine e le infiammazioni cellulari. Una dieta bilanciata, ricca di verdure, proteine di origine vegetale e fonti di grassi sani può, così, influire positivamente sui marcatori di longevità, riducendo il rischio di malattie legate all’avanzamento dell’età.

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