Alterazione del microbiota e insorgenza di malattie cardiovascolari

Come abbiamo avuto modo di vedere nei precedenti articoli, la ricerca scientifica si sta orientando, sempre di più, verso lo studio del microbiota umano e la sua correlazione a diverse patologie.

Il microbiota intestinale è l’insieme di batteri che colonizza il nostro organismo.

Questa flora batterica, in condizioni normali, vive in condizione di eubiosi e contribuisce a mantenere il nostro stato di salute, svolgendo numerosi compiti di primaria importanza come, ad esempio: la sintesi di vitamine ed amminoacidi, la digestione e l’assorbimento di nutrienti come fibre e minerali o la produzione di sostanze in grado di regolare le risposte immunitarie e metaboliche.

È facile capire come, una sua condizione disbiotica, possa destabilizzare la condizione di salute e favorire la nascita e lo sviluppo di varie patologie, anche di tipo autoimmune.

Una ricerca, appena pubblicata sull’European Heart Journal, mette in luce la complicità di un batterio (l’Escherichia Coli) con l’infarto cardiaco.

I ricercatori hanno preso in esame un campione di 150 persone, suddividendole in 3 gruppi di pari numero: nel primo, 50 pazienti colpiti da infarto, nel secondo quelli con una condizione normale (angina stabile) e nel terzo, un gruppo di controllo.

La ricerca ha dimostrato come, nei soggetti infartuati, fosse presente un livello di Escherichia Coli significativamente superiore a quello degli altri due gruppi.

Questo potrebbe sembrare strano, dato che l’E. Coli è un batterio tipicamente di origine intestinale ma, come abbiamo avuto modo di vedere quando abbiamo trattato la permeabilità intestinale, esiste la possibilità concreta che i batteri penetrino nel sangue con la libertà di muoversi in tutti gli organi… ed i conseguenti rischi del caso.

I ricercatori, inoltre, hanno individuato il recettore cellulare a cui l’E. Coli si lega per facilitare la trombosi, trovando anche un inibitore specifico.

Questa scoperta potrebbe gettare le basi per un vaccino preventivo anti-infarto e per lo studio di terapie da applicare ai casi acuti.

Vista l’importanza che ricopre il microbiota ed i rischi che si corrono quando ci si trova in uno stato disbiotico, o di permeabilità intestinale, consiglio di monitorarne periodicamente la composizione mediante un test del microbioma.

Questa analisi è basata sulla coltura delle feci ed è totalmente indolore e non invasiva. Il suo esito permette di conoscere, perfettamente, la composizione della flora batterica in modo da poter correre ai ripari con un’opportuna supplementazione di probiotici e prebiotici, oltre ad una variazione della dieta e dello stile di vita.

Dato il tema delicato, vi consiglio di evitare il fai da te e di rivolgervi sempre ad un professionista della salute in grado di consigliarvi al meglio.

 


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