Perdita di peso bloccata? Inizia a prender cura del tuo microbiota.

Il microbiota intestinale svolge funzioni vitali per il nostro organismo: partecipa alla digestione degli alimenti, produce vitamine essenziali (come la vitamina K e alcune vitamine del gruppo B), regola il sistema immunitario e contribuisce a proteggerci dalle infezioni.

Quando ci troviamo in una condizione di perfetto equilibrio, il nostro intestino funziona correttamente. Tuttavia, quando questa situazione si altera (condizione nota come disbiosi), possono insorgere conseguenze negative, come infiammazioni croniche, disturbi digestivi, alterazioni metaboliche e un maggiore rischio di malattie autoimmuni.

Uno dei campi di studio più interessanti, però, riguarda il legame tra il nostro microbiota e l’obesità: le ricerche più recenti suggeriscono, infatti, come possa svolgere un ruolo determinante nella regolazione del peso corporeo e del metabolismo.

Gli studi hanno evidenziato differenze significative nella composizione del microbiota tra individui normopeso e persone con obesità. Nei secondi, il microbiota appare più efficiente nell’estrarre energia dai nutrienti, contribuendo così all’aumento di peso. Inoltre, le ricerche hanno evidenziato come una condizione disbiotica possa favorire uno stato infiammatorio cronico di basso grado, influendo negativamente sul nostro metabolismo e favorendo l’accumulo di grasso.

Uno studio condotto dal King’s College of London, ha proprio analizzato il microbiota intestinale di coppie di gemelli (in cui uno dei due era in sovrappeso), scoprendo che l’individuo obeso presentava una minore diversità batterica rispetto a quello normopeso.

Questo è stato associato ad un metabolismo più lento e ad un maggiore accumulo di grasso viscerale, confermando come il microbiota sia strettamente correlato non solo alla digestione ma anche al controllo del peso corporeo.

Un’altra ricerca interessante, pubblicata su Cell Host & Microbe, ha analizzato come il microbiota venga notevolmente influenzato da diete povere di fibre e ricche di zuccheri raffinati. Lo studio ha evidenziato come gli individui con questo tipo di alimentazione presentino una proliferazione di ceppi batterici associati all’infiammazione, con una riduzione delle specie benefiche.

Questo squilibrio ha contribuito anche ad un peggioramento dei marcatori metabolici, tra cui l’insulino-resistenza e l’accumulo di tessuto adiposo. Al contrario, diete ricche di fibre ed alimenti prebiotici, hanno favorito un aumento delle specie benefiche, migliorando anche il metabolismo del glucosio.

La relazione tra microbiota ed obesità non si limita però solo alla composizione batterica: è stato infatti dimostrato che alcuni metaboliti prodotti dai batteri intestinali (come gli acidi grassi a catena corta SCFA) sono determinanti per la nostra salute. Questi composti, prodotti dalla fermentazione delle fibre alimentari, hanno effetti antinfiammatori e regolano la sensibilità insulinica. Nei soggetti sovrappeso, invece, la produzione di SCFA risulta spesso alterata.

Preservare la salute del nostro microbiota intestinale, quindi, risulta importante non solo per garantire un equilibrio generale del nostro organismo, ma anche per il controllo del peso corporeo.

Come vi ho spiegato nei precedenti articoli, la dieta è determinante in questo processo: alimenti ricchi di fibre come frutta, verdura e legumi, sono una fonte indispensabile di nutrimento per i batteri benefici. Inoltre, una dieta variegata è essenziale per promuovere la diversità microbica. Di contro, un’alimentazione molto occidentalizzata, ricca di cibi processati e trasformati, zuccheri raffinati e grassi saturi, va a favorire la proliferazione di specie batteriche dannose.

Oltre a questo, anche lo stile di vita può influire questo equilibrio: sonno regolare, attività fisica moderata e gestione dello stress sono 3 punti chiave nel mantenimento di un ecosistema sano.

Al contrario, lo stress cronico, l’abuso di alcune tipologie di farmaci quando non strettamente necessari e una condizione prettamente sedentaria possono alterare significativamente il nostro microbiota.

Ma come possiamo sapere se il nostro intestino è in perfetta forma?

Non sempre è necessario attendere i classici sintomi come gonfiore, stipsi, meteorismo e diarrea per accendere i campanelli di allarme, in quanto una condizione disbiotica può presentarsi anche in modo del tutto asintomatico prima di aggravarsi: per questo consiglio di eseguire un’analisi del microbiota intestinale, un’esame veloce e non invasivo, che ci permette di conoscere la reale composizione della nostra flora batterica, mettendo in luce anche l’eventuale presenza di infiammazione e permeabilità intestinale.

Anche disturbi metabolici come insulino-resistenza o diabete, sono ulteriori condizioni che non dovrebbero essere mai trascurate.

Una volta ricevuti i risultati, sarà possibile impostare un piano di alimentazione e di supplementazione specifico per favorire la salute del microbiota, aiutando il nostro corpo a funzionare meglio, contribuendo ad una sana perdita di peso e prevenendo molte problematiche legate alla sua disbiosi.

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