Il microbiota può influenzare il nostro umore? A quanto pare… sì.

Il microbiota intestinale è composto da circa 100 trilioni di batteri e svolge numerosi compiti di primaria importanza per il nostro organismo.

La flora batterica, infatti, è una barriera contro gli organismi patogeni, aiuta la digestione e l’assorbimento di nutrienti come fibre e minerali, permette la sintesi di vitamine ed amminoacidi e produce sostanze che regolano le risposte immunitarie e metaboliche.

Ultimamente, la ricerca scientifica si sta indirizzando parecchio verso lo studio di questi organismi e del loro impatto sulla nostra vita e sulla nostra salute: pensate che molte patologie, anche gravi, sono strettamente correlate ad un non corretto equilibrio della flora batterica (condizione di eubiosi); ad esempio sclerosi multipla, neoplasie, malattie autoimmuni, sindrome della permeabilità intestinale ed intestino irritabile.

Secondo una ricerca scientifica, condotta dai ricercatori dell’Institute of Technology Caltech di Pasadena (in California), pubblicato sulla rivista “Cell”, i batteri svolgono un ruolo importante nella produzione periferica di serotonina.

La serotonina (una sostanza che colpisce le emozioni ed il comportamento) viene prodotta al 90% dal nostro intestino tramite cellule immunitarie, cellule nervose e cellule enterocromaffini: se la flora batterica è alterata, a causa di una dieta sbilanciata o di un periodo di forte stress, la produzione viene interrotta e questo può portare a sviluppare uno stato depressivo.

Lo studio, inoltre, ha dimostrato che i cambiamenti del microbioma intestinale influenzavano il comportamento andando ad interagire con i livelli dei neurotrasmettitori.

Oltre a questo, uno squilibrio della serotonina periferica può portare allo sviluppo di malattie come sindrome dell’intestino irritabile, malattie cardiovascolari ed osteoporosi.

Le cellule maggiormente colpite dallo stato disbiotico, nello studio, sono state quelle enterocromaffini che hanno prodotto quasi il 60% in meno di serotonina rispetto al campione di controllo con normali batteri intestinali.

Due studi italiani, inoltre, hanno dimostrato una costante presenza di condizioni disbiotiche e di alta concentrazione di citochine (sostanze proinfiammatorie) nei pazienti affetti da disturbi dell’umore, in particolar modo da disturbo depressivo e bipolare.

Se vi sentite spesso tristi, svogliati e molto stressati, la chiave potrebbe essere a livello intestinale: per questo vi suggerisco di effettuare un test del microbioma, l’unico esame che permette di conoscere con certezza la reale composizione della flora batterica intestinale, permettendo di agire (se necessario) con una variazione della dieta, una rivisitazione dello stile di vita ed il ripristino dell’eubiosi tramite supplementazione di specifici probiotici e prebiotici.

Per chi volesse effettuare l’analisi ed agire con un piano mirato, è possibile prenotare una visita in Studio, o online, cliccando qui.

I fattori di rischio per lo sviluppo di una condizione disbiotica sono:

  • dieta errata (ricca di grassi saturi, conservanti, coloranti e povera di fibre),
  • obesità (il microbioma nelle persone in sovrappeso è completamente diverso da quello di un soggetto normopeso ed è in grado di infiammare le cellule adipose),
  • abuso di farmaci,
  • diarrea frequente e feci malformate,
  • inquinamento ambientale (a tal proposito, vi consiglio un’analisi fotospettrometrica della composizione dei minerali intracellulari del nostro corpo: un esame veloce e non invasivo effettuabile in pochi minuti durante la visita in Studio).

Come sappiamo, il nostro umore influenza moltissimo la sensazione di fame e ci può spingere ad ingurgitare cibo per nervosismo: anche questo può dipendere da uno stato di infiammazione del microbiota che rende meno sensibile il nostro centro di sazietà (posto all’interno dell’ipotalamo).

 


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