Stress, cortisolo ed aumento di peso: cosa possiamo fare?

Lo stress negativo fa parte, ormai, della nostra quotidianità (magari legato a situazioni lavorative o relazionali) e, se trascurato, può portare ad una lunga serie di problematiche: per questo è importante compensare con uno stile di vita sano (dormire il giusto numero di ore ogni notte, fare attività fisica e non fumare) abbinato ad una corretta alimentazione.

C’è da fare una piccola puntualizzazione: lo stress non è sempre un male, esiste anche lo stress buono (eustress) che consente al nostro corpo di fronteggiare, nel migliore dei modi, situazioni di emergenza (avete presente quando siete in una situazione di pericolo e il tempo, seppur breve, sembra scorrere al rallentatore?).

Se questa situazione si protrae a lungo, si può ripercuotere in una serie di ricadute dannose per il nostro organismo e si inizia a parlare di stress cattivo (distress), una condizione fisica che si divide in tre fasi:

  • allerta
  • resistenza
  • esaurimento

 

Quando ci troviamo in una condizione di stress psico-fisico severo, il nostro corpo aumenta la produzione di un ormone chiamato cortisolo, la cui azione è quella di inibire alcune funzioni corporee non indispensabili nel breve tempo, garantendo il massimo sostegno agli organi vitali.

Un eccesso di cortisolo aumenta la glicemia, favorisce il catabolismo proteico e la lipogenesi in zone specifiche come fianchi ed addome. Questoc provoca una lenta e graduale riduzione della massa magra ed un aumento di quella grassa, abbinata ad una condizione di iperglicemia e ritenzione idrica. Se i suoi valori rimangono elevati, in modo cronico, si può incorrere in sindrome metabolica e diabete di tipo 2.

Lo stress, quindi, ci fa ingrassare: secondo una ricerca scientifica, pubblicata su “Obesity”, le persone con girovita più largo ed in sovrappeso, presentano livelli elevati di cortisolo. Più erano elevati i livelli dell’ormone e più era alta la probabilità che l’individuo fosse in sovrappeso

I suoi valori possono essere misurati tramite esame ematico o salivare. Personalmente, consiglio il secondo per la sua non invasività e per la possibilità di fare più prelievi in modo da misurarne l’andamento durante l’arco delle 24 ore, ottenendo un profilo più completo e preciso.

È possibile raccogliere i campioni anche durante la visita in Studio. Se vuoi saperne di più, contattami qui.

Per poter intervenire in modo preciso, ed avere un quadro chiaro di cosa succede nell’arco della giornata, possiamo eseguire anche uno stress test con un sofisticato macchinario (minuscolo e non invasivo) che vi accompagnerà per tutte le 24 ore, misurando l’attività del sistema nervoso vegetativo.

Sulla base dell’accurato referto, sarà possibile andare ad agire sullo stile di vita, sull’alimentazione e sulla supplementazione di specifici micronutrienti (ad esempio Ashwagandha, Rhodiola rosea o triptofano: tutto finalizzato a ridurre ed eliminare questa condizione dannosa e a sopperire al deficit vitaminico o minerario da essa causato.

L’ Ashwagandha (un’erba conosciuta da secoli nella medicina Ayurvedica), contribuisce a mantenere equilibrio nel corpo, aiutandolo ad adattarsi a condizioni stressanti, oltre a ridurre stress, ansia e livelli di cortisolo.

La Rhodiola rosea (una radice utilizzata da secoli nei paesi di origine scandinave e siberiane che erano soliti assumerla sotto forma di infuso) aiuta a dare sollievo durante gli stati depressivi, stimola le performance fisiche e mentali e funge da modulatore dell’umore.

Il triptofano è un amminoacido che aiuta e stimola la serotonina (conosciuta anche come ormone della felicità). Si tratta di un composto che va necessariamente introdotto con l’alimentazione, o la supplementazione, in quanto il nostro organismo non è in grado di produrlo autonomamente. Facile capire come, in periodi di stress ed alimentazione sregolata, sia molto semplice non assumerne a sufficienza, incorrendo in un suo deficit).

Oltre alla supplementazione (che è un validissimo aiuto) la vera arma è rappresentata dalla nostra dieta che dovrà essere accuratamente preparata dal nutrizionista in modo da andare a sopperire a tutte le mancanze e far scendere i livelli di cortisolo.

In questo caso, vi consiglio di:

  • optare per carboidrati a basso indice glicemico e ricchi di fibre in modo da tenere sotto controllo il rilascio dell’insulina: ad esempio cereali integrali che aiutano anche la produzione endogena di serotonina,
  • assumere frutta e verdura di stagione e, eventualmente, un integratore a base di antiossidanti in modo da contrastare i radicali liberi,
  • provvedere ad una giusta idratazione, sorseggiando 2 litri di acqua al giorno: questo aiuta ad eliminare le tossine ed evita stati di disidratazione,
  • evitare il digiuno convinti che una riduzione calorica drastica possa favorire la perdita di peso,
  • fare pasti piccoli e frequenti, in modo da evitare l’ipoglicemia e favorire ulteriore rilascio di cortisolo,
  • non far mancare minerali preziosi come ferro e zinco (a tal proposito, vi suggerisco un esame fotospettrometrico che permette di conoscere la composizione mineraria cellulare in modo veloce e non invasivo, vi spiego tutto qui).

Anche lo stile di vita, come accennavo prima, è importante; per questo vi indico una serie di buone abitudini da adottare:

  • ridurre ritmi frenetici che possono portare stress all’organismo,
  • evitare l’utilizzo di alcool ed altre sostanze stimolanti (ad esempio un eccesso di caffeina),
  • evitare l’uso (e l’abuso) di energy drink contenenti eccitanti come taurina, ecc,
  • dare la giusta importanza alla respirazione: esistono delle tecniche e degli esercizi di respirazione profonda che possono aiutare tantissimo al rilassamento ed al contenimento di ansia e nervosismo.

Se desideri migliorare la tua salute e perdere peso con un percorso di coaching nutrizionale, non esitare a contattarmi per un colloquio conoscitivo, cliccando su questo link.

 


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