Latte vaccino: è utile berlo dopo lo svezzamento?

Per la maggior parte di noi, il latte vaccino rappresenta la quotidianità fin da quando siamo bambini. Ma siamo sicuri che sia realmente indicato per il nostro organismo?

Partiamo dal principio: quando nasciamo, veniamo allattati al seno fino allo svezzamento; questo, però, non è sempre possibile pertanto, in varie situazioni, si opta per il latte vaccino che ha delle proprietà simili a quello umano, in supporto o in sostituzione al latte materno.

Ma dopo lo svezzamento, è ancora utile berlo?

Uno dei motivi più comuni (e altrettanto errati) per cui si continua a bere il latte vaccino, dopo lo svezzamento, è la convinzione che sia ricco di calcio e possa prevenire l’osteoporosi. La prima affermazione è sicuramente vera ma occorre fare una precisazione: le proteine di origine animale contengono molti aminoacidi che devono venire eliminati dal nostro corpo e questo avviene tramite il calcio; per questo il latte, pur essendone ricco, non ne ha a sufficienza per coprire questa esigenza e supplire alle richieste del nostro organismo.

Pertanto, non è importante la quantità di calcio di un alimento ma la sua capacità di fissarlo all’interno del corpo senza dover essere utilizzato per altri motivi.

In realtà, esistono vari alimenti vegetali che ne sono molto ricchi come le verdure a foglia verde, la rucola, i cavoli, la frutta a guscio e molti altri.

Un altro motivo? Solo il 35% degli adulti ha l’enzima della lattasi e riesce a digerire il lattosio anche da grande. Questo dato può variare a seconda del paese in cui viviamo e delle tradizioni locali. Perdendo questo enzima, non si è in grado di scindere il lattosio in glucosio e galattosio: in questo caso, il disaccaride rimarrà nell’intestino producendo condizioni di meteorismo e diarrea.

Se vi capita di avvertire questi sintomi, dopo lasso di tempo compreso tra 30 minuti e due ore dal consumo di latte o latticini, vi consiglio di effettuare un test di intolleranza al lattosio: un esame semplice e non invasivo, basato sull’analisi di campioni di respiro, che misura la quantità di idrogeno dell’espirato dopo la somministrazione di lattosio, per valutare le capacità digestive.

La richiesta sempre più elevata di latte ha portato alla creazione di allevamenti intensivi dove il bestiame deve garantire una produzione enorme di materia prima: per poter reggere il passo, ed evitare possibili malattie (dato l’elevato numero di animali, il contagio si diffonderebbe velocemente bloccando completamente la produzione), vengono spesso somministrati antibiotici ed altri farmaci.

Uno studio condotto dall’Università Federico II di Napoli, insieme a quella di Valencia, ha ravvisato tracce di antibiotici, antinfiammatori e cortisonici in 12 su 21 confezioni di latte analizzate: questo può sviluppare una resistenza antibiotica portando il nostro corpo a non reagire più ai farmaci dato che i ceppi batterici si sono trasformati in organismi resistenti.

Andremmo incontro, così, ad un decorso più lungo e ad un rischio più alto di complicanze.

Il consumo di latte, e dei suoi derivati, può accrescere i livelli di IGF-1 (Insulin-like Growth Factor), una molecola coinvolta nell’aumento del rischio di sviluppo di alcune tipologie di tumori come quelli a prostata e mammella.

Se siete abituati a consumare quotidianamente il latte, potete optare per una versione vegetale a base di soia, mandorle, cocco o avena.

La bevanda a base di soia è sicuramente quella più diffusa: ricca di proteine, minerali e vitamine, può aiutare a proteggere dal cancro alla prostata e da malattie legate alla produzione di estrogeni come il cancro alla mammella, l’endometriosi ed i fibromi dell’utero.

Il latte di mandorle è il più calorico ma contiene molti antiossidanti (ottimi per proteggerci dallo stress radicalico) ed acidi grassi omega 3.

Il latte di cocco è ricco di antiossidanti, selenio (aiuta a prevenire i disturbi articolari), fosforo e magnesio (che aiutano la salute delle ossa) e vitamine del gruppo B e C.

La bevanda a base di avena, invece, aiuta a ridurre il colesterolo cattivo grazie alla presenza di betaglucani ed è ricco di vitamine del gruppo B e fibre.

Sono tutte valide alternative e vi consiglio di assaggiarle per trovare quella che più si avvicina ai vostri gusti personali.

Se non riuscite a rinunciare al latte animale, vi consiglio di optare per quello di capra o di pecora.

 


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