Influenza in arrivo? Controlla i valori della vitamina D.

In queste settimane, raggiungeremo il picco massimo di contagi dell’influenza stagionale, che costringerà a letto molti di noi.

Ogni anno, infatti, migliaia di persone si trovano a fare i conti con febbre, malessere e complicazioni varie che, in alcuni casi, possono portare anche a serie problematiche di salute.

Tra le varie strategie di prevenzione che abbiamo abbondantemente visto durante il Covid, ne abbiamo una che spesso è sottovalutata o addirittura sconosciuta: la vitamina D.

Numerose ricerche condotte negli ultimi anni, hanno evidenziato il suo ruolo fondamentale nel sostenere il sistema immunitario e ridurre il rischio di infezioni respiratorie, tra cui appunto l’influenza.

Del resto, non parliamo di una semplice vitamina, ma di un vero e proprio ormone con funzioni cruciali per la nostra salute: oltre a favorire l’assorbimento del calcio e a mantenere le ossa forti, svolge anche un ruolo chiave nella regolazione del sistema immunitario, stimolando la produzione di peptidi antimicrobici (come la catelicidina, una proteina che aiuta a combattere batteri, virus e funghi).

La vitamina D interagisce con i recettori presenti in quasi tutte le cellule del nostro corpo e, tra le sue funzionalità più significative, troviamo la stimolazione del sistema immunitario innato, la regolazione della risposta infiammatoria e il miglioramento della funzione immunitaria adattiva, dove aiuta le cellule T a rispondere nel modo più efficace alle varie minacce.

Secondo uno studio, pubblicato su “The British Medical Journal”, una sua integrazione regolare è associata ad una riduzione del 12% del rischio di infezioni respiratorie acute, con un effetto particolarmente importante negli individui che ne sono carenti: questo ci suggerisce l’importanza di mantenere valori adeguati di vitamina D.

Un altro studio, questa volta pubblicato su Nutrients, ha sottolineato il legame tra i suoi bassi livelli e una maggiore incidenza di malattie infettive, inclusa l’influenza. Gli autori hanno poi evidenziato come possa modulare anche una risposta immunitaria innata, riducendo il rischio di infiammazioni eccessive, associate a complicazioni influenzali.

Inoltre, i ricercatori hanno osservato come durante i mesi invernali, quando l’esposizione al sole è limitata, le carenze diventano più frequenti: questo potrebbe spiegarci perché questo tipo di problematiche tende a diffondersi maggiormente durante questo periodo dell’anno.

La sua carenza è molto più comune di quanto si possa pensare: secondo alcune stime, circa il 40% della popolazione mondiale ha livelli insufficienti di vitamina D, con percentuali ancora più alte durante i mesi invernali.

I principali segni di una sua carenza possono includere affaticamento e debolezza muscolare, dolori articolari e ossei, maggiore suscettibilità alle infezioni e umore depresso o fluttuazioni emotive.

L’unico modo per sapere con certezza se ne siamo carenti, è effettuare un semplice esame del sangue, che consiglio di inserire sempre nelle vostre routine di controllo.

Ma come possiamo assumerla? Purtroppo, è un nutriente che non si trova facilmente negli alimenti, infatti è disponibile solo in alcune alghe, in alcune tipologie di funghi e in piccole quantità anche nel pesce azzurro.

Esistono, però, sempre più alimenti “fortificati” in commercio, ovvero addizionati di vitamina D, come il latte vegetale o dei cereali da colazione. Esporsi al sole rimane sempre la migliore modalità per attivarla; mi raccomando, però, sempre con la dovuta protezione per la nostra pelle, specialmente quando i raggi UV sono molto forti.

Per chi ha livelli bassi, è consigliabile una specifica supplementazione (sempre su indicazione e controllo del proprio nutrizionista di fiducia) in modo da ripristinare, quanto prima, dei valori ideali di vitamina D.

Oltre a tutto questo, ci sono altri accorgimenti che possono amplificare l’effetto protettivo di questa vitamina: mantenere uno stile di vita sano, ad esempio, dovrebbe essere una delle nostre priorità. Dormire a sufficienza, seguire una dieta equilibrata e ridurre lo stress sono condizioni altrettanto importanti per avere un sistema immunitario forte.

Allo stesso modo, assicurarsi il giusto apporto di liquidi durante la giornata aiuta a mantenere le mucose (la nostra prima linea di difesa contro i virus) idratate, mentre dei nutrienti come zinco e vitamina C, possono lavorare in sinergia con la vitamina D per potenziare le difese immunitarie. Anche qui vi suggerisco di valutare, insieme al vostro nutrizionista, l’eventualità di un’adeguata supplementazione di questi due nutrienti.

Come avete visto, la prevenzione (sia nei confronti dell’insorgenza che nel contenimento dei suoi sintomi) è sempre possibile quando il nostro sistema immunitario funziona al massimo delle sue potenzialità.

Perché non prendersene cura sempre, durante l’anno?

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