09 Apr Malassorbimento del fruttosio: sintomi e dieta
Noto anche come zucchero di frutta o levulosio, il fruttosio è un monosaccaride, ovvero uno zucchero semplice, naturalmente presente, in quantitativi diversi, in alimenti quali miele e frutta. Il fruttosio si trova anche in molte verdure e viene utilizzato nello zucchero industriale, in quanto componente del saccarosio.
In condizioni normali, il fruttosio giunge inalterato all’intestino tenue, dove viene assorbito e successivamente inviato al fegato per mezzo della circolazione sanguigna. Qui viene trasformato in glucosio.
Il fruttosio viene veicolato all’interno dell’intestino da trasportatori chiamati GLUT5 (acronimo dell’inglese GLUcose Transporter Type 5). In caso di malassorbimento sono proprio questi trasportatori a non funzionare correttamente, impedendo così la corretta assimilazione del monosaccaride. Il fruttosio permane allora nell’intestino crasso, dove i batteri presenti lo trasformano in gas e acidi organici, che possono scatenare sintomi quali:
- crampi e dolori addominali;
- flatulenza;
- senso di oppressione nella regione epigastrica;
- nausea;
- eruttazione;
- vomito;
In presenza di questa sintomatologia, è caldamente raccomandabile affidarsi subito a un professionista per effettuare un test di malassorbimento in modo da verificare l’eventuale presenza del problema.
Il test diagnostico prevede la misurazione dei livelli di idrogeno (H2) nel respiro della persona. Gli individui soggetti a malassorbimento di fruttosio presentano, infatti, maggiori quantità del gas. I livelli di idrogeno risultano, inoltre, tanto superiori quanto più alto è il grado di malassorbimento.
Una volta appurata la presenza di malassorbimento di fruttosio, lo specialista vi saprà consigliare una dieta equilibrata, abbinata ad una corretta integrazione di micronutrienti, per poter trattare il disturbo in modo efficace.
La dieta per il malassorbimento del fruttosio
Un regime alimentare finalizzato a contrastare il malassorbimento del fruttosio prevede innanzitutto una riduzione dell’apporto di questo zucchero semplice, facendo particolare attenzione all’assunzione di determinati alimenti.
È perciò consigliabile astenersi dal consumo di alcuni frutti che contengono elevate quantità di fruttosio come, ad esempio: mele, pere, uva, prugne, pesche e albicocche.
Da evitare anche alcuni ortaggi e verdure, come: cavolo rosso, crauti, peperoni, cipolle e porri.
Tuttavia, in molti casi, limitare o eliminare specifici alimenti di per sé non basta. Il malassorbimento del fruttosio può essere infatti legato ad altri disturbi a carico dell’intestino.
Per questo motivo, è essenziale rivolgersi a uno specialista capace di valutare la funzionalità intestinale della persona soggetta a malassorbimento nonché gli eventuali fattori genetici, consigliando così un piano alimentare personalizzato completo di integrazione a base di micronutrienti essenziali per la salute dell’intero organismo.